Ha avuto un grandissimo successo di pubblico la mostra antologica attraverso la quale Cernusco ha reso omaggio al maestro Franco Torazza a vent’anni dalla sua scomparsa. (Milano 1919 – Cernusco L. 1993).
Organizzata dal fotogruppo Effeotto e patrocinata dai comuni di Cernusco, Lomagna, Montevecchia e Osnago l’esposizione ha permesso di ammirare ben 49 opere dell’artista, divise in due sale secondo un percorso studiato dai curatori artistici, le figlie Raffaella e Cristiana Torazza e il nipote Walter Rocca.
I visitatori hanno avuto la possibilità di entrare in contatto dapprima con la produzione più storica di Torazza e dunque le tele datate anni ‘40, ‘50 e ’60. Tra queste i dipinti con soggetti della vecchia Milano, sua città natale, i primi quadri che hanno preso vita a Cernusco, dopo che vi si era stabilito nel 1959, nonché soggetti che ritraggono angoli di Brianza ormai scomparsi e i ritratti di famiglia.
Nella seconda sala, invece, i quadri della piena maturità artistica, con i dipinti degli anni ‘70, ‘80 e ’90. In mostra le atmosfere dei paesaggi brianzoli e non, gli appunti di viaggio fermati sulle sue “assicelle” come in un block notes, gli imponenti studi dei verdi che lo hanno reso celebre, le nature morte e i personaggi, dei quali sapeva cogliere l’essenza e l’anima per raccontarne la “storia” con le sue pennellate decise.
La mostra è stata introdotta dai critici d’arte Silvano Valentini e Giannino Cascardo che hanno tracciato il profilo dell’artista e dell’amico, mentre la valente pittrice cernuschese Patrizia Canola lo ha ricordato con affetto e gratitudine come maestro, a nome di innumerevoli schiere di allievi.
La pennelata lunga, distesa,sicura…Torazza non copia da nessuno, nemmeno dalla natura che ritrae. Egli interpreta nelle sue opere solo e unicamente se stesso, e le sue tele riflettono con impressionante trasparenza il suo animo e il suo carattere. E’ una pittura asciutta ed essenziale, senza fronzoli o ricercatezze stilistiche ma incisiva ed eccitante per la semplicità e il dosato cromatismo….L’autore rievoca e fa rivivere le impressioni e le emozioni dei momenti fermati col pennello; è capace di sollecitare quel contatto che richiama alla mente istanti trascorsi, sepolti negli indecifrabili meccanismi della memoria umana. Tradurre in immagini un ambiente non è sempre semplice….Francesco Torazza riesce appieno in ciò. E questo vale anche per i suoi personaggi….I gesti degli artigiani che svolgevano mestieri nelle contrade briantee o milanesi sono immagini che fanno parte di un retaggio culturale, di un antico rito, rimpianto dalle generazioni che lo hanno vissuto dal vero e forse inaccessibile ai giovani.
Giannino Cascardo
Continuatore dei grandi del passato e, insieme, indiscusso ed instancabile caposcuola per innumerevoli schiere di allievi. Torazza ha saputo infondere in tutti coloro che lo hanno avvicinato una sincera passione per l’arte ed una raffinata strumentazione tecnica e concettuale per una pittura di alto significato.
La sua poetica si caratterizza per una sorta di intensa ed originale forma di impressionismo, dai toni forti e dal segno rapido e marcato, in un impeto compositivo fortemente e suggestivamente istintivo.
Fonte di ispirazione delle sue numerose e variopinte tele sono stati in particolare gli incantevoli paesaggi della nostra terra briantea
Silvano Valentini